Da sempre anche la Comunità Seuese
vive la “Settimana Santa” con profonda fede ed un partecipe stato d’animo.
A Seui la cerimonia più sentita è sicuramente “su Scravamentu”. La deposizione
del Cristo dalla croce, che si celebra ogni venerdì santo anche in numerose
chiese della nostra isola. Questa tradizionale manifestazione di fede sembra
sia stata introdotta in Sardegna dalla chiesa greca, durante il periodo di
influenza bizantina (533 – 900 d.C.).
A Seui la celebrazione del rito de’ “Su Scravamentu” è una
tradizione piuttosto recente. Infatti il primo “Scravamentu seuese” data 1919,
quando venne introdotto dall’allora parroco don Giuseppe Mancosu.
Da allora questa sacra rappresentazione si rinnovò ogni anno, eccetto per un
periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e ’70. Ma nel 1981, grazie
all’interessamento dell’allora parroco, don Dino Bisi, ed alcuni seuesi la
tradizionale manifestazione di fede è ripresa. Rinvangando nella memoria, oltre
alla ricostruzione dei costumi, copie fedeli degli originali andati purtroppo
perduti, sono state riscoperte anche le stesse preghiere.
Oggi, dopo 95 anni dalla prima edizione seuese de’ “Su Scravamentu”, questa
rappresentazione si svolge nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria
Maddalena. Sull’altare maggiore viene allestito un palco, dominato da una
grande croce in legno col simulacro del Cristo inchiodato.
Il rito inizia con la celebrazione della Via Crucis, un’ora
dopo il tramonto del sole. Quando si giunge alla dodicesima stazione, quella
della morte di Gesù, salgono sul palco i discepoli Nicodemo, Giuseppe
D’Arimatea, Simone il Cireneo e l’Apostolo Giovanni, con le loro vesti
variopinte e preceduti da una coppia di angeli. Il momento che viene vissuto
con più intensa commozione e partecipazione dalla folla dei fedeli è
sicuramente quando Giuseppe D’Arimatea e Nicodemo estraggono i chiodi dai polsi
e dalle caviglie e levano la corona di spine dal capo del Cristo. Una volta
deposto dalla croce, la statua del Salvatore viene avvolta in un sudario
candido e presentata alla madre.
Al termine della cerimonia in Chiesa il simulacro viene deposto su una lettiga
e accompagnato da quello della Madonna Addolorata viene portato in processione
per le vie del centro storico.
(Giuseppe Deplano, copyright © 2016 – riproduzione riservata)
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